
La Locomotiva, in Umbria è una cooperativa sociale “storica”, che nasce il 20 dicembre 1979 dalla volontà di un gruppo di persone, formato in prevalenza da giovani anche con disabilità, che condivideva una forte sensibilità ed un impegno già sperimentato nei confronti di soggetti deboli.
Il nome è scelto per indicare la volontà di “trainare” il cambiamento culturale della società nei confronti della marginalità e della diversità e per contribuire alla costruzione di servizi e di politiche sociali. I concetti posti all’agire dell’operare sono quelli della “deistituzionalizzazione” dei soggetti deboli, della costruzione di percorsi accoglienti per loro integrazione, per il loro riconoscimento come soggetto di diritti e dell’emancipazione da uno stato di bisogno o di minorità. L’handicap non è più inteso come quella “distanza” incolmabile per raggiungere la “normalità” e la devianza o il rischio non più intesi come stigmi sociali e come condanna a rimanere per tutta la vita (ed anche per le generazioni future) ai margini della società.
Coerentemente con questa missione “La Locomotiva” costituisce, in collaborazione con il Comune, prima, e con la USL poi, servizi all’avanguardia. La Locomotiva stessa si struttura in una formula veramente innovativa, quella di cooperativa produzione e servizi, una denominazione che contiene “ante litteram” un’attività di tipo B e una di tipo A, rappresentando così i due possibili campi sociali di intervento per la disabilità o per le altre forme di disagio: i servizi alla persona e l’inserimento lavorativo.
Le sue attività hanno seguito per un periodo consistente di un doppio filone: la produzione di attrezzature e giocattoli didattici e, per quanto riguarda i servizi, la costruzione insieme al Comune di Foligno e la realizzazione del “Progetto Giovani 80”. Negli anni La Locomotiva si è evoluta pur mantenendo lo spirito originario e non ha smesso di “trainare” il cambiamento, rinnovandosi sia a seguito delle normative, prima fra tutte la Legge 381/91 che ha istituito la cooperazione sociale sia promovendo una cultura dei servizi e delle politiche sociali che avessero al centro la persona, i suoi bisogni, ma anche, e soprattutto, le sue risorse. Ha sempre tenuto “in testa ai suoi pensieri” l’impegno per la realizzazione dei servizi nella ricerca continua di modalità sempre più rispondenti ad un concetto di aiuto in continua evoluzione, permeato da una empowerment vision.